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Alcuni anni fa nel ritirare dei mobili per conto di un cliente in una vecchia dimora ormai abbandonata vidi sotto la rampa della scala, quello che rimaneva di un cassettone abbandonato.

Non più bello e funzionale i vecchi proprietari avevano pensato di riutilizzarlo come contenitore per attrezzi da lavoro. I mobili ritirati non erano in quelle condizioni e certamente sembravano molto più importanti ma quel mobile sporco, rovinato in attesa della prossima accensione del camino pieno di fuliggine e calcinacci, zoppo e veramente malmesso sembrava che mi chiamasse e mi chiedeva di essere salvato.

 

Terminato il ritiro chiesi al cliente: e quello? perché non restaurare pure quello? mi sentii rispondere che nemmeno per il fuoco era più buono, abbozzai un sorriso e gli spiegai che era di epoca e certamente sarebbe stato anche un buon investimento, una volta restaurato, ma la risposta fu un No secco. Nel mio immaginario lo associavo a quelle storie che mi raccontavano da bambino del vecchio cavallo, stanco, deriso e non più utile in breve un peso, ma come il cavallo quel cassettone non perdeva la fierezza di essere stato qualcosa di veramente utile e importante in passato. Chiesi al cliente quanto volesse per quel mobile, mi rispose ridendo che gli avrei fatto un favore se lo toglievo da quel posto altrimenti avrebbe dovuto provvedere lui allo smaltimento.

Non me lo feci ripetere due volte e immediatamente, sebbene già carico, feci uscire il posto per potermelo trasportare in laboratorio
Arrivato al laboratorio quella sera stessa lo pulii e lo lavai con acqua e ammoniaca, la mattina seguente sembrava , anzi era già molto più bello e presentabile sembrava che mi sorridesse come se avesse capito che sarebbe ritornato giovane e di nuovo utile.

Abbiamo impiegato due mesi per metterlo a posto, revisionato in tutto e per tutto, smontato pezzo per pezzo scollato e pulito piallaccio per piallaccio, ricollocandoli ai loro stessi posti, cercato storicamente la forma dei piedi , fatto ricostruire le serrature da un abile fabbro secondo le nostre indicazioni per lo stile e la mappatura della chiave dell’epoca , cercato dai rigattieri il marmo o come si vuol chiamare la pietra che poi fu fatta lucidare a mano, infine tanto olio di gomito con una lucidatura a spirito e gommalacca. Il risultato, semplicemente eccezionale, un “CARLO X”

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